Realizzato alla fine dell’Ottocento, il mercato di Piazza Vittorio continua a prosperare durante il Fascismo e sopravvive alla guerra e alla borsa nera che si faceva sotto i portici. A partire dagli anni novanta, con la trasformazione del quartiere in un luogo multietnico, il mercato comincia a colorarsi di nuovi colori, a profumare di nuovi odori e soprattutto a proporre nuovi sapori: dalle spezie più penetranti agli ortaggi dalle forme più bizzarre. Fino al 15 settembre 2001 quando le bancarelle si sono alzate sulla piazza per l’ultima volta e i banchi sono stati trasferiti nel Nuovo Mercato Esquilino, dentro l’ex caserma Sani. Quattro gli ingressi: via Principe Amedeo, via Mamiani, via Turati e via Lamarmora, con due parcheggi, quello sotterraneo sotto il mercato e quello accanto all’hotel Radisson. Spaghetti cinesi e salse di soia, salumi e carni romeni, ortaggi dai nomi impronunciabili come Tapashi e Cassua, spezie da tutti gli angoli del mondo e riso di tutte le forme, le dimensioni, i profumi, sono tanti i prodotti che qui si possono trovare. Nel padiglione dell’abbigliamento, Settore Merci Varie, ugualmente ci sono banchi con stoffe e borse tipiche dell’artigianato africano o asiatico e laboratori di sartoria gestiti soprattutto dalla comunità bengalese che soddisfano ogni necessità di rammendo e cucitura.
Mercato Esquilino settore merci varie, via Filippo Turati 190