Le regard est un désir
“Il nostro stato perenne è quello dell’osservatore”, dice Elizabeth Frolet. Allora ecco un’artista e un luogo che meglio non potrebbero incontrarsi. La creatività, il colore, la moda che arriva da varie parti del mondo e del tempo che contraddistinguono il vintage scelto da Sitenne accolgono i volti scuri di Frolet che accompagnano anche la sua raccolta di poesie “Le regard est un désir”. Un luogo dove osservare è meravigliarsi, ma anche capirsi, scegliere un abito che diventi carattere, ospita quindi la ricerca di un’artista che spazia per il mondo, dal Madagascar al Giappone, e per il tempo, dal Medioevo a una contemporaneità dove “ci si guarda poco”, dipingendo figure che vogliono conoscere, desiderano essere guardate per guardare e intendere, icone simboliche eseguite a carboncino e pastello, in cui il buio diventa conoscenza. I lavori di Elizabeth racchiudono l’austerità e la leggerezza, in un rapporto tra buio e colore che diventa reciproca esaltazione. Le stoffe colorate e felici che fanno da cornice ai volti ieratici, rimandano a un rapporto ammirato, suggestivo e partecipe con la natura. Ma quelle stoffe sembrano anche saper osservare senza alcuna difficoltà o distacco l’infinita varietà di tessuti che riempiono il luogo che accoglie questa serie in una sorta di potenziale magico che dall’opera si espande e dialoga con il contesto. [Michela Becchis]
Elisabeth Frolet | tel. 3442933591 | alizzarine@gmail.com | www.elizabeth-frolet.it